Il Santuario a Maria Ausiliatrice in Burundi

L’impegno dei salesiani

Nel 1997 Padre Vincenzo Gonçalves da Silva, brasiliano classe 1936 impegnato in Africa dal 1974, viene mandato in Burundi per studiare la possibilità di aprire una casa salesiana nella capitale Bujumbura. Bujumbura fa parte della visitatoria del Rwanda-Burundi, Ispettoria dell’AFC. Ispettore è Padre Mario Valente. Il 30 gennaio 1997 Padre Vincenzo ottiene dal Presidente del Burundi, Pierre Buyoya, il dono di 8 ettari terreno nel quartiere di Buterere, periferico e povero, e inizia con una baracca di legno ad accogliere i giovani. Nel 1999 il Rettor Maggiore dei Salesiani Don Juan Vecchi (1995 – 2002), incarica il VIS (Volontariato Internazionale Salesiano), all’epoca guidato da don Ferdinando, di realizzare una scuola di Formazione Professionale a Bujumbura, che verrà poi chiamata Cité des Jeunes.

La Citè des Jeunes

Il 1 maggio 2005 è completata la parte fondamentale della Citè des Jeunes: l’Oratorio, l’internato per i ragazzi di strada e il CFP (Centro di Formazione Professionale). Costo: circa 4 milioni di euro. Al termine di sei anni di impegno del VIS e del DBN con l’aiuto di vari enti finanziatori e con la presenza di numerosi volontari è terminata la costruzione e attrezzatura della parte essenziale della Citè des Jeunes nel poverissimo e popolatissimo quartiere di Buterere, nella periferia della Capitale nelle vicinanze dell’Aeroporto internazionale:

Nel novembre 2005 iniziano le attività scolastiche nella Cité des Jeunes: la popolazione scolastica iniziale è di qualche centinaio di ragazzi e ragazze, mentre l’Oratorio quotidiano è frequentato da più di un migliaio di ragazzi e ragazze. Il VIS è presente sul posto con i suoi volontari che collaborano nella gestione.

L’idea del Santuario

Nel 2006, terminata la costruzione del centro scolastico e ricreativo della “Cité des Juenes”, Padre Vincenzo Gonçalves da Silva dice con vigore: «Stiamo dando tutta la nostra vita per i poveri, ogni energia della nostra vita; ecco realizzati i laboratori, le aule, i campi da gioco, ma non basta perché i poveri non possono essere ridotti a “tubi digerenti”, hanno anzitutto diritto a sentire la presenza paterna di Dio, unica vera salvezza. È necessario lanciare un segnale forte, un segnale di fede, che raggiunga e dia speranza a tutto il Burundi, che dica con chiarezza qual’è la sorgente, l’ispirazione, la meta dell’impegno educativo dei salesiani, che additi a questo popolo così provato da tragici anni di guerra il volto di una Madre che accoglie e sostiene». Quindi non una Chiesa, ma un Santuario. Un faro luminoso per tutto il Burundi, grande, accogliente, bello architettonicamente ma di una bellezza africana, che si innalzi verso il cielo per gridare a tutti il primato dell’amore cristiano.

L’esempio di Don Bosco

Verso il 1862 Don Bosco sentì la necessità di avere una chiesa più grande. Era il momento del consolidamento dell’opera salesiana a Valdocco. La Congregazione, fondata quattro anni prima, aveva già un primo nucleo e Don Bosco cominciava a vederla come una realtà in espansione. Pensò dunque a un “centro” reale e simbolico di questa nuova congregazione. “Penso che sarà la chiesa madre della nostra futura congregazione, ed il centro dal quale emaneranno tutte le opere nostre a favore della gioventù. Maria è la fondatrice e sarà la sostenitrice delle opere nostre”. Don Bosco scelta di intitolare a Maria Ausiliatrice la sua chiesa e ne spiegò le ragioni: “I tempi corrono così tristi che abbiamo proprio bisogno che la Vergine Santissima ci aiuti a difendere la fede cristiana…”. Così Don Bosco diventò risolutamente l’apostolo della devozione a Maria Ausiliatrice. La costruzione del tempio fu più che un lavoro tecnico e rappresentò per Don Bosco un’esperienza spirituale e una maturazione della sua mentalità pastorale, della sua assodata proiezione sociale.

La Madonna si costruisce la sua casa

“È la Madonna che si costruisce la sua casa” aveva detto Don Bosco a Torino nel 1862 e anche noi lo abbiamo sperimentato in questa vicenda. Nel 2006 il Direttore Padre Vincent Gonçalves da Silva chiede ai superiori regionali la costruzione del Santuario di Maria Ausiliatrice. Riceve lettere di risposta, incoraggianti da Padre Frans Vandecandelaere, sdb, Delegato Rwanda – Burundi, da Padre Valentin De Pablo, sdb, Regionale per l’Africa, e da Padre Frans Vandecandelaere, che incoraggia la raccolta di fondi.

Nel novembre 2006 viene eretta la Visitatoria Africa Grandi Laghi (Rwanda, Burundi, Uganda) e viene informato il nuovo Ispettore, Padre Gabriel Ngendakuriyo, che incoraggia la progettazione. Viene acquistato il terreno adiacente alla precedente proprietà salesiana. Il 30 maggio 2007 il consiglio ispettoriale della neonata Ispettoria dei Grandi Laghi, al completo, a Kigali, approva il progetto. L’Ispettore si reca a Bujumbura dove tutta la Comunità salesiana approva il progetto e si impegna a chiedere i permessi al Rettor Maggiore Don Pascual Chavez e al suo Consiglio. Padre Vincent prende contatto con il Vescovo di Bujumbura per i necessari permessi.

Nel 2008 procede lo studio del terreno, la redazione dei disegni esecutivi del Santuario e la preparazione della gara d’appalto. Nel gennaio 2009, dopo aver parlato con il nuovo Regionale dell’Africa, don Guillermo Basanes, si constata che ufficialmente non era ancora stato presentato al Rettor Maggiore e al suo Consiglio nessuna richiesta ufficiale. Nel frattempo don Ferdinando riceve la nuova obbedienza di lasciare il VIS di Roma e di trasferirsi a Bologna all’Opera Sacro Cuore.

Nel frattempo, sulla base del progetto preparato, cominciano ad arrivare, goccia a goccia ma a volte anche in modo insperato, offerte per la nuova opera. Il 24 gennaio 2009, l’Ispettore dell’Ispettoria Africa Grandi Laghi presenta domanda ufficiale ai superiori, specificando che il costo dell’intera opera è previsto in 1.400.000 euro e dando informazione che 600.000 euro sono già stati raccolti.

La posa della prima pietra (4 marzo 2011)

È una folla commossa quella che circonda la piccola cappella da cui sorride una statuetta di Maria Ausiliatrice. La conoscono bene perché tutti i giorni al termine del lavoro ci vanno a recitare il Rosario chiedendo a Maria di benedire le loro famiglie e quelle dei benefattori che regaleranno a questo quartiere una chiesa dove poter pregare e attingere la forza di risollevarsi dalla miseria. Il quartiere di Buterere in cui sorge la Cité des Jeunes è forse il più povero di Bujumbura, capitale del Burundi; è abitato da 51.000 persone che si sono insediate in quella zona per salvarsi dalle stragi della guerra civile; mancano servizi essenziali, la rete dell’energia elettrica non è ancora arrivata in questa periferia.

Oltre a risollevarsi dalla miseria economica, c’è anche da superare il fresco e terribile ricordo del genocidio del 1994, con la scia di sangue e di morte che ha significato per quella popolazione. Il terreno su cui sorge il Santuario era originariamente occupato da una discarica in cui sono stati seppellitti frettolosamente anche tante vittime di quella strage. Fra essi, vogliamo ricordare padre Jacque Ntamitalizo ucciso il 10 luglio 1995 e seppellito proprio lì: come tanti avvenimenti della storia ci dimostrano, il sangue dei martiri non viene mai dimenticato dal Signore.

Il superiore regionale dell’Africa salesiana, Don Guillermo Basanes, benedice solennemente la prima pietra, che verrà collocata a fondamento dell’altare. Al suo interno una pergamena che chiede all’Ausiliatrice di benedire tutto il popolo burundese, “dal lago Tanganyika fino ai confini di questo bel paese” e di benedire chi si è impegnato e si impegnerà per la costruzione del Santuario. Oltre alla pergamena, viene inserita nella pietra un prezioso frammento dell’altare che don Bosco costruì nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino. Don Bosco diceva che ogni mattone della Basilica corrispondeva ad una grazia fatta dalla Madonna ai benefattori.

I lavori di costruzione del Santuario

Il 30 settembre 2011 si chiude la gara d’appalto e la costruzione viene affidata alla ditta ECRB di Bujumbura, gestita da Guido Ghirini, che all’epoca è anche Console Onorario per l’Italia in Burundi. Il 9 novembre 2011 l’Ispettore autorizza il suo delegato in Burundi a firmare il contratto con la ditta ECRB per un valore totale di 1.677.237,15 dollari.

Quando Guido Acquaroli presenta la domanda per ottenere la licenza di costruzione e l’esonero dalle tasse di importazione si scopre che Padre Vincent Gonçalves da Silva, quando era Direttore e ha comperato il terreno, è stato raggirato e truffato. Il terreno dove si era deciso di costruire non è di nostra proprietà. Il progetto è presentato alle Autorità con la seguente ragione sociale: Centre Educatif Marial – CEM che contiene implicitamente molte attività educative tra cui anche una Chiesa Santuario. Ci hanno fatto capire che se avessimo chiesto il permesso di costruire una Chiesa non avremmo potuto avere l’esenzione dalle tasse e forse neanche la licenzia edilizia. Il 21 febbraio 2012 non abbiamo più nessuna sicurezza: il terreno su cui costruire non è nostro; le autorità non possono darci il permesso edilizio, la richiesta di esonero dalle tasse non procede….

Nel marzo 2012, con il consenso dell’Ispettore e della Comunità salesiana di Buterere viene presa la decisione di spostare la costruzione su terreno, sicuramente di proprietà che in quel momento era utilizzato come orto e giardino dei Salesiani. Presentiamo nuovamente i disegni e la domanda per il permesso edilizio. Vengono fatte delle attente indagini idrogeologiche perchè il terreno presenta una alta percentuale di argilla plastica e poi si cominciano i lavori delle fondazioni. Il 24 aprile 2012, inizio del mese dedicato a Maria Ausiliatrice, abbiamo avuto il permesso edilizio sul nuovo terreno. Il 2 maggio 2012 sono iniziati i lavori con lo sbancamento della terra per le fondazioni. Il 24 maggio 2012, giorno della Festa di Maria Ausiliatrice, abbiamo avuto l’esonero da tutte le tasse.

Intanto i lavori procedono, e in parallelo vengono raccolte le offerte necessarie per finanziarli, diffondendo anche un aggiornamento del progetto. Nel frattempo si rendono necessarie altre opere per il completamento del Centre Educatif Marial – CEM «Ecole de formation “Paix et Droit Humaine”». Nel 2016 viene presentato un progetto alla CEI – Conferenza Episcopale Italiana – per la costruzione di ambienti adatti all’accoglienza dei pellegrini e alla gestione di gruppi. Nel giugno 2017 il secondo lotto di questo progetto è stato approvato dalla CEI con un finanziamento di circa 300 mila euro.

Gli apostoli della costruzione del Santuario

A partire dal 2011, Guido Acquaroli è stato una presenza provvidenziale e indispensabile. Per dieci anni è rimasto a Bujumbura, in Burundi, a seguire i lavori, pur non dimenticando la sua famiglia in Italia che visitava un paio di volte all’anno. Le mansioni di Guido in questi anni sono state della massima importanza: vigilare sul cantiere e sulle attrezzature custodite nei container; lavorare in stretta collaborazione con l’Arch. De Moegen, residente in Burundi, per facilitare i contatti con l’impresario Ghirini e portare a conclusione la contabilità; tenere i contati con il Nunzio per comprendere bene come utilizzare il nuovo trattato tra lo Stato Burundese e la Chiesa Cattolica, per ottenere non solo l’esonero dalle tasse di importazione, ma anche l’esonero dalla TVA; appoggiare il confratello rappresentante legale della Congregazione in Burundi nella ricerca di poter ottenere i documenti di proprietà della terra attorno al Santuario; informarsi sulle varie produzioni di Mattoni per valutare l’offerta più conveniente; conoscere le imprese edilizie sul mercato; tradurre in francese e adattare tecnicamente (in collaborazione con De Moegen) il Computo Metrico descrittivo delle singole lavorazioni del secondo lotto mano a mano che le riceveva dall’Arch. Vittorio Giacomin; relazionare la Commissione del Santuario su tutte queste questioni.

Oltre a Guido, dall’Italia, ma anche con frequenti visite in Burundi, il geometra Giancarlo Zucchinali ha sempre seguito i lavori sia di persona sul posto, sia come consulente. I suoi consigli su alcune scelte lavorative hanno dato solidità e bellezza al Santuario. Negli ultimi due anni ci si è dedicati ai serramenti, ai pavimenti, all’arredo del Santuario: Sugli impianti elettrico e di amplificazione si è lavorato con la presenza sul posto del perito tecnico Daniele Bertozzo e di Andrea Lobietti.

Verso la fine dei lavori la struttura del Santuario ormai si presentava solida e maestosa (600.000 mattoni che mascherano una forte struttura di cemento armato), il pavimento dell’interno è di 2.400 metri quadrati ma si sarebbe poi rivelata troppo piccolo per le folle di cristiani che lo frequentano. All’esterno altri 2.000 metri quadrati di pavimentazione con le pietre locali, come si vede bene in questa ripresa dall’alto. Si è pensato anche alla strada per arrivarci e al parcheggio. Mettere l’asfalto o il pavè ha comportato una spesa che ha messo a dura prova le forze e disponibilità di cui disponevamo. Lungo il percorso abbiamo anche preso coscienza della tempistica rallentata nell’eseguire i lavori, legata alle difficoltà di reperire in loco cose che da noi sono disponibili nei negozi. Ma anche del dovuto rispetto per operai che per arrivare alle 7:30 sul luogo di lavoro dovevano percorrere vari km a piedi, senza peraltro la disponibilità di cibo a cui noi in occidente siamo abituati.

Maria Ausiliatrice continua a fare miracoli, piccoli, silenziosi, ma veri miracoli. In 10 anni di cantiere nessun operaio si è fatto male in modo serio, varie volte ci siamo trovati impossibilitati ad andare avanti (mancanza di: terreno su cui costruire, permessi dei capi salesiani e licenze edilizie, soldi e strumenti…) e in modi e tempi imprevisti tutto alla fine si è risolto e ci ha permesso di arrivare alla conclusione.

Un risveglio religioso, ma anche edilizio e commerciale

Anzitutto alcuni dati sul Santuario di Maria Ausiliatrice:

La struttura interna del Santuario cerca di richiamare la modalità abitativa tradizionale locale. Il presbiterio con l’altare è rotondo come la capanna ed è il luogo dell’intimità con Gesù. Le pareti hanno una forma ovale come l’urugo, il cortile tradizionale ovale che sta davanti alla capanna, che accoglie tutti gli amici. Nell’urugo c’era il pozzo ed ecco quindi la zona del Battistero, ma c’era anche il deposito del sorgo ed ecco quindi la Cappella feriale con il Tabernacolo per l’adorazione dell’Eucaristia, anch’essa rotonda, dove ci si può raccogliere in adorazione e ammirare anche un insolito… lampadario che vuol suggerire la volta celeste piena di stelle. In tutto il Burundi e in tutti gli Stati confinanti non c’è una chiesa così grande e maestosa lunga 72 metri e larga 45 metri e che raggiunge i 30 metri in altezza con la croce sul campanile.

Al di là dei numeri, da quando è cominciata la costruzione del Santuario per la povera zona di Buterere è cominciato un nuovo sviluppo: è arrivata la rete dell’energia elettrica per tutto il quartiere che, non essendo industriale, non l’avrebbe avuta per anni; l’urbanizzazione di tutta la zona circostante; molte costruzioni di edifici pubblici, ambasciate e alberghi. Tutto questo poi richiama negozi, commercio, una migliore qualità di vita e non ultimo creerà un forte senso di orgogliosa appartenenza tra la popolazione che si riconoscerà esattamente nel “Quartiere Maria Ausiliatrice” e che vedrà arrivare pellegrini da tutta la nazione in un luogo che prima era una discarica pubblica. Anche questo è un miracolo. Ora comincia la parte più importante e più bella. Coinvolgere tutta la popolazione del Burundi nella devozione alla Madonna chiamandola col nome che lei stessa ha rivelato a don Bosco: Ausiliatrice, colei che aiuta, come una vera mamma che vuole il bene di tutti i suoi figli.

Verso la consacrazione del Santuario

Maria Ausiliatrice si è costruita la sua casa. Padre Vincent nel 2005 ci chiese di costruire una chiesa grande per tre mila  persone. I superiori salesiani l’approvarono il 30 maggio 2007 e non era disponibile neppure un euro. La prima pietra fu posta il 4 marzo 2011 e Maria Ausiliatrice, da buona mamma, ci ha preso per mano e ci ha guidato facendoci superare mille difficoltà e aprendo i vostri cuori alla generosità. A Lei il nostro grazie e la richiesta che continui a guidarci perchè questa Sua casa sia un faro di fede, di riconciliazione, di amore fraterno per il Burundi e le nazioni vicine.

Avevamo prevista la consacrazione per il l’8 dicembre 2019 e avevamo pensato di organizzare un “Pellegrinaggio Mariano dall’Italia”. Il 1° agosto 2019 don Ferdinando scriveva: «Anche se non saranno completamente finiti i lavori, anche se non avremo pagati tutti i debiti, vogliamo lanciare questo grido di speranza per il popolo burundese in una data cara alla spiritualità salesiana. Sento di dover esprimere il mio vivo ringraziamento al Signore e a Maria per l’approssimarsi di questa tappa importante dopo 13 anni di impegno e di piccoli miracoli risolutori che hanno “arricchito” di sofferenza e di fede questo cammino. Ringrazio tutti i benefattori per l’appoggio e il sostegno economico (in particolare di Ercole Lucchini), che non mi è mai mancato. Fra tutti un ringraziamento particolare a Guido Acquaroli che ha seguito costantemente i lavori rendendo effettivamente possibile questo Santuario progettato dall’Architetto Vittorio Giacomin con i suoi collaboratori, Maurizio Boldrin e Ilaria Saugo. In occasione della Consacrazione penso di organizzare un Pellegrinaggio Mariano».

Il programma prevedeva l’arrivo a Kigali capitale del Rwanda e sede dell’Ispettoria Salesiana da cui dipende anche l’Uganda e il Burundi, una visita al Museo del genocidio, alle comunità dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Poi in pullman il viaggio verso il Sud del Rwanda prevedeva la visita al Santuario della Madonna dei dolori a Kibeho, dove la Madonna è apparsa nel 1981, profetizzando il genocidio. Infine, il passaggio della frontiera col Burundi, l’arrivo alla capitale Bujumbura e la partecipazione nel povero quartiere di Buterere alla festa per la Solenne Consacrazione del Santuario. La data inizialmente prevista venne poi cambiata per richiesta delle autorità religiose del Burundi e fu scelto il 19 aprile 2020, Domenica della Divina Misericordia. Un bel gruppo aveva preparato i passaporti, i biglietti aerei, le vaccinazioni e con grandi speranza sia per chi partiva e per chi ci accoglieva, è arrivata la pandemia di Covid con conseguente chiusura degli aeroporti e cancellazione del Pellegrinaggio.

Il 7 aprile 2020 don Ferdinando si trovava in Burundi per gli ultimi preparativi, insieme con Guido Acquaroli e Daniele Bertozzo, quando li raggiunse la notizia che il giorno dopo avrebbero chiuso l’aeroporto a causa del Covid coi problemi conseguenti che tutti conosciamo. Per questo don Ferdinando decise di compiere un atto formale di consegna del Santuario all’Ispettoria Salesiana dei Grandi Laghi (AGL) e scrisse per questo una lettera all’Ispettore.

La consacrazione del Santuario (28 novembre 2020)

Dopo un ulteriore slittamento dovuto al Covid, che ha ovviamente interessato anche il Burundi, è stata infine fissata la data della Consacrazione che avvenne il 28 novembre 2020, iniziando la festa con i vespri del 27 novembre, giorno in cui si festeggia la Beata Vergine Maria della Medaglia Miracolosa e a Maccio di Villa Guardia si commemora l’Istituzione del Santuario della SS. Trinità Misericordia. Causa Covid, dall’Italia non è potuto essere presente nessuno, ma anche questo ci ricorda la parola del Signore quando ci dice «Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Lc 17,10). Ma con grande gioia possiamo tutti partecipare della gioiosa celebrazione di quel giorno raccontata in questo video. Non potendo essere presente, Don Ferdinando affidò un messaggio a Padre Raymond Bavumiragiye perchè lo leggesse durante la Consacrazione del Santuario di Maria Ausiliatrice in Burundi. Eccolo:

Una testimonianza e una preghiera

La Madonna si è costruita la sua casa in Burundi. Questa sua casa è un Santuario perchè la fede di tante persone ha fatto dei veri miracoli. Il fatto che nella periferia più povera di Bujumbura sia sorto questo grande Santuario è un vero miracolo dovuto alla fede di Padre Vincent che lo volle fin da 15 anni fa. Un altro miracolo è stato superare tutte le innumerevoli difficoltà del terreno, della burocrazia, delle leggi, della mancanza dei soldi. Il miracolo più grande è che questo Santuario ha delle radici profonde che si estendono spiritualmente fino all’Italia e raggiungono il cuore di migliaia di persone che hanno ascoltato la voce di Maria Ausiliatrice che chiedeva di costruire per Lei una Casa in Burundi. Maria, come mamma, desiderava di poter raccogliere voi suoi figli, consolare i vostri cuori addolorati, asciugare le vostre lacrime, curare le vostre ferite e accompagnarvi ad incontrare il suo divin figlio Gesù. Da tutta l’Italia migliaia di persone hanno risposto generosamente, a questo desiderio di Maria, consegnando i loro risparmi, di anno in anno, per 15 anni, perchè volevano che la Casa della Madonna in Burundi fosse grande per accogliere tutti e bella come merita colei che è la regina dei nostri cuori. Oggi siamo tutti qui presenti spiritualmente a festeggiare con voi, anche se i vostri occhi non ci vedono. Invochiamo tutti insieme Maria con il titolo di Ausiliatrice, come don Bosco ci ha insegnato, perchè con pazienza e con amore materno, ci aiuti a crescere nella fede, a convertire il nostro cuore per evitare il peccato, a educare cristianamente i nostri figli, a dare vita ad una comunità di persone che testimoniano la loro fede soprattutto volendosi bene, perdonandosi e aiutando le persone più povere. Maria Ausiliatrice prega per noi.